Quel respirare per abitudine
prima o poi ti porta a vivere per abitudine.

Quindi respira profondamente,

 lenta e consapevolmente, come sei abituato,

ma questa volta, fai di quell’abitudine un rito,

in cui la tua anima si presta, si offre,

al culto più giusto e prezioso:

nutrire il tuo Sé.

Non bisogna aver paura di forme, parole
e abitudini così, perché non sarebbero più abitudini.

Quindi respira con un nuovo respiro,

da una nuova sensazione,

da un atteggiamento consapevole

e da un nuovo modo di voler respirare.

Potresti credere di aver preso l’abitudine di meditare?
E non potresti ne dovresti.

 Anzi devi riflettere in ognuno di questi atti,

la tua assoluta convinzione,

che solo così, meditando su di te, per te,

puoi disfare, disimparare e disabituarti.

Disabituati a ciò che questa vita ti porta.
Quasi abituarti a tutto.
Respira affinché ciò non sia possibile,

 respira affinché tu faccia l’impossibile

e, così, sostieni la tua volontà,

per considerare la tua proposta del Sé.

Fino a che punto sei progredito?
Quanto ti sei dato?

Quanta capacità hai oggi,

di riferirti nel bene, di agire nel bene,

di fare del bene?
Anche se non è un’abitudine.

È così, diventerà quello.
E che tu possa, da te,

avere la forza più pura per agire,

in un mondo che chiede solo questo:
la tua più autentica e tempestiva azione.

Ricordati che respiri,
non più per abitudine, ora più cosciente,

sapendo cosa produce ogni respiro,

e produce così tanto!

Continua lì.
Respira senza paura,

respira in silenzio,

 Contemplati così.

E inizi a rimanere e a stabilirti,

nel bel mezzo della tua propria estasi.

Ti chiederai cos’è?
E sebbene la parola possa suggestionare,

è piuttosto una forma di quiete,

 che non si è mai potuta precisare,

perché, come ogni cosa, ha una sorta di ambivalenza,

tra ciò che produce in te e ciò che realmente è.

La cosa più importante
è che risponde a un oggetto specifico,
anche se sei tu.

Sei lì, respiri regolarmente, cosciente, in silenzioso.

Devi proporti di mantenere una forza
che non si pieghi a tutte queste abitudini,

sapendo già, che respiri per fede,

per fiducia, per assisterti, per non arrenderti, per amarti.

Anche se è il meccanismo umano più sublime,
la forma più elaborata di connessione con il tuo Essere,

non è un’abitudine, è la più dolce necessità.

Sperimenta bene come stai respirando,

quale nuova forma hai concepito per te stesso?
Per darti questo sostegno all’interno della zona
in cui oggi c’è tanta confusione.

Osserva come respiri.
E mi viene da dirti che

di fronte a quell’allarme,

– un’altra nostra abitudine-,
in cui cercano di informarci

di un rallentamento, di un’incostanza,
di una recessione, perfino di un arresto,
non c’è pericolo, per chi ha già deciso,

 di ruotare al proprio ritmo, quello che gli ha dato il proprio incontro.

Non c’è caos, non c’è angoscia, ne false determinanti.

Abbiamo depredato cosi tanto il nostro Universo.
Perché non pensare che sia solo

 una questione di danneggiamento o usura, elementare, fisico.

C’è di più, di Quell’intangibile, insostanziale, etereo.

Ed è lì, quando dalla tua più ferma convinzione,
accetti, accetti, accetti,

che oggi non c’è nessuna abitudine, che ti catturi,

che ti inibisca, che ti tenti.

Ti occupi della tua trasformazione.
Merita tutta questa attenzione,

tutta questa attrazione,

tutto questo.

Quindi respira sempre di meno per abitudine
e sempre di più, per il tuo infinito bisogno

di saper essere.

Amato Essere,
forze infinite,
continua nella tua costante.
Respira con fede in te stesso.

 Possano non esistere oggi le abitudini che ti intrappolano.

Om Namaha Shivaya