In questo momento pensa a come respiri.
Fai del tuo pensiero un respiro
e che il tuo respiro sia quello che pensi.
Fai in modo che si formi una corrispondenza
e, che ogni pensiero, l’unica cosa che esprima,
sia quel voler respirare.

In questo modo, rendi cosciente quell’atto,
quell’atteggiamento, quella voglia di respirare
e occupi il tuo pensiero in quell’atteggiamento.

E vedrai, sentirai, percepirai,
una certa gratitudine, molto propria, molto interiore, sapendoti così.
Qualcuno che sa e vuole respirare,
perché sa, allo stesso modo, ciò che ogni respiro
combinato con il suo pensiero, gli porta:
sostegno, quiete.

E non è tanto una questione di concentrazione.
Se ci sforziamo di concentrarci, il pensiero vince.
Si tratta di cercare più un equilibrio,
che quell’ atto cosciente, naturale, vitale di respirare,
che produce nella tua mente, pochi o nessun pensiero.

Che tutto quello possa acquietarsi, sospendersi, incantarsi,
con quel modo così sottile, in cui ti osservi così bene,
quando sei lì, seduto, fermo, silenzioso
e persino contento, perché il tuo Sé è così,
una bellezza pura, silente, l’amore manifestato,
scolpito, dedicato in un modo esatto,
aggraziato e persino attraente.

E tutto ciò respira.
Tutto ciò diventa silenzio.
Tutto ciò esprime bellezza, esattezza, amore.

E non c’è nulla che
ti alteri, perché sei lì, fiducioso in te,
attento e altrettanto gratificato,
perché contieni un ottenimento:
hai acquisito pazienza,
ma soprattutto, amor proprio.
Specialmente quello che si ottiene così, senza esporsi,
senza vantarsi, respirando coscientemente.

E quello stesso amore che riesci ad espandere a tutto,
senza essere conquistato dal tuo falso spirito.
Tutto questo va oltre.
Al di là di ogni pensiero inutile,
penoso, mal compromesso, triste.

Respirare così, da quello che è il tuo amore, è di più.
Si tratta di un atteggiamento,
cosciente, puro, aperto, magico,
con il quale ti collochi in quel piccolo spazio
occupato dalla tua essenza, oggi benedetta,
che cerca, che vuole, che riesce, a rispecchiarsi,
in ciò che sa esiste, qualunque cosa sia, É.

Senza visualizzare niente e nessuno,
senza alcuna espressione verbale,
o preghiera, o canto, senza attivare sensori.
Piuttosto, riposare nella calma.
E, ciò che si debba attivare, lo possa fare.
Che cosa sarebbe? Che cosa sarebbe? Che cosa sarebbe?

Ed è quando il tuo Sé sa essere.
Sa del Sé e sa che il Sé lo sa.

E tu rimani lì, nel tuo sottile respiro,
totalmente e assolutamente attivato.
E nemmeno il respiro, niente.

Ed è quando tutto ciò che è attivo, lo è ancora di più,
produce di più, trova di più, connette di più e guida di più.
Siamo esseri conduttori,
A partire da tutto questo sistema perfetto.
Ancor più, quando sai come devi usarlo,
esprimerlo e, il proposito.

Sei così tanto, tanto, tanto.
Vien voglia di rimanere sempre così,
ma sai bene cosa ti occupa oggi,
in base a ciò che sei stato ed a ciò che fai oggi.

Attivati allora di nuovo nel tuo presente, qui
e porta di nuovo quell’attenzione nel respiro,
che ti riporta, che ti posiziona,
sottilmente e meravigliosamente nel tuo corpo, quello che opera qui.
E regala alla tua mente il tuo miglior pensiero,
il tuo miglior sentimento.

Ora ringrazia te stesso per questo incontro proprio,
questa facoltà che esprimi
e, questa volontà, rendila indistruttibile.

Respira profondamente,
perché c’è chi ti aspetta,
tu, qui, per quello che È, per coloro che sono.

Respira.

Om Namaha Shivaya